domenica 28 ottobre 2012

PER LE VIE DI SIENA

PORTA ROMANA


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IN PIAZZA DEL CAMPO

La cappella del Palazzo Pubblico in Piazza del Campo 
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particolare di Piazza del Campo (foto di Anna)
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Palazzo Samsedoni 
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PER STRADA


           (foto di Anna) 

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(foto di Anna)
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 Palazzo Tolomei 

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 Palazzo Chigi 

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Piazza Salimbeni 

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Palazzo Salimbeni 
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ORATORIO E CASA DI SANTA CATERINA



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IN PIAZZA DEL DUOMO








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Santa Maria della Scala: l'ospedale

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(foto di Anna)
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 Palazzo Reale
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LA CHIESA DI SAN DOMENICO




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CARATTERISTICHE DELLE CONTRADE

GLI STEMMI SULLE CASE
(foto di Anna)




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foto dal web
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LE FONTANE DELLE CONTRADE



(foto di Franca)

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LE MURA E LE PORTE



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quasi tutte le foto sono tratte dal web









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giovedì 25 ottobre 2012

PIAZZA DEL CAMPO


 PIAZZA DEL CAMPO



Piazza del Campo è la piazza principale  di Siena. Unica per la sua  originalissima forma a conchiglia, è
rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza ed integrità architettonica, nonché per essere il luogo in cui due volte l'anno si svolge il Palio. Per un'antica convenzione, la piazza e il Palazzo Pubblico, non appartengono a nessuna contrada.



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Anticamente era un terreno bonificato per consentire il deflusso delle acque piovane, mentre il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castevecchio e il futuro "Campo" fu uno spazio per i mercati, almeno fino al Governo dei Ventiquattro.
La storia della piazza si intreccia fortemente con quella della costruzione del Palazzo Comunale o Palazzo Pubblico, che vi si affaccia. 

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IL PALAZZO DEL GOVERNO E LA TORRE DEL MANGIA


Con il Governo dei Nove (1287 - 1355) il luogo dei mercati divenne la sede per il governo della città. Sul nucleo della Dogana e del Bolgano si iniziò a costruire un palazzo che fosse sintesi della razionalizzazione promossa dal governo e della sua autocelebrazione. Il Palazzo Comunale, destinato ad accogliere la residenza del podestà e gli uffici delle magistrature, fino ad allora sparse in sedi religiose o private, diede anche impulso a una consona sistemazione della piazza antistante. Sul finire del Duecento si iniziano ad acquistare i fabbricati privati sul Campo e, all'inizio del Trecento, si inizia a ristrutturare e ampliare gli edifici esistenti, in particolare il palazzo, la cappella e la Dogana. 
La costruzione della Torre del Maniga risale alla prima metà del Trecento così come la pavimentazione a mattoni della conca interna e dopo il selciato nella parte esterna.
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Il porticato d'entrata al Palazzo Pubblico
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LA FONTE GAIA


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Il nome Fonte Gaia, le fu dato per ricordare i grandi festeggiamenti nella comunità senese quando, per la prima volta videro arrivare l’acqua in quel luogo. L’opera fu commissionata a Jacopo della Quercia dal Comune nel 1409, ma la sua esecuzione si effettuò dal 1414 al 1419, questo ritardo dipese dal fatto che lo scultore era impegnato in questi anni anche a Lucca, per la realizzazione di alcune sculture per la cappella della famiglia Trenta in San Frediano...



Jacopo concepì la fonte ispirandosi alla tradizionale struttura delle fonti pubbliche senesi del Medioevo:  un grande altare in marmo. Si costituisce di un bacino rettangolare circondato da tre parti da un alto parapetto, di cui i lati corti recano a bassorilievo la Creazione di Adamo e la Cacciata dall’Edeninvece sui pilastri anteriori, due statue femminili rappresentanti, secondo la tradizione, Rea Silvia e Acca Larenzia, in omaggio alle mitiche origine romane della città, mentre nel lato più lungo domina al centro, la Madonna col Bambino circondata dalle allegorie delle Virtù.
(dal web: Siena online)


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GLI AFFRESCHI DEL PALAZZO DEL GOVERNO

LA SALA DEL MAPPAMONDO

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GUIDO RICCIO DA FOGLIANO  di  SIMONE MARTINI



L'affresco Guidoriccio da Fogliano è un grande affresco (968 X 340 cm) collocato nella Sala del Mappamondo all'interno del Palazzo Pubblico. È tradizionalmente attribuito a Simone Martini che lo avrebbe realizzato nell'anno 1330; ma una lunga controversia iniziata nel 1977 e il recente ritrovamento di alcuni disegni preparatori farebbero però pensare ad un rifacimento quattrocentesco.
L'opera mostra il comandante delle truppe senesi,  rappresentato a cavallo, di profilo, mentre si reca all'assalto del Castello di Montemassi nella Maremma, episodio avvenuto nel 1328. Sullo sfondo la rappresentazione di un paesaggio piuttosto realistico con montagne, un accampamento e le località interessate dagli eventi.
Il dipinto mostra evidenti segni di interventi a più riprese, ridipinture e rifacimenti, messi ancor più in evidenza da un restauro conservativo effettuato nel 1980 da Giuseppe Gavazzi.


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GLI AFFRESCHI DI AMBROGIO LORENZETTI

IL BUON GOVERNO



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Gli effetti del Buon Governo in città

Stupendo affresco con la visione ideale di Siena gremita di case, una delle quali ha la facciata dipinta come usava nel Medioevo, con alte torri, animata da una vita lieta e rigogliosa, con fanciulle che battono il cembalo e danzano, dove si celebrano matrimoni e fervono i commerci.
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Gli effetti del Buon Governo in campagna


Anche la vita in una campagna densamente coltivata trascorre tranquilla nell'affresco del Lorenzetti: scene di caccia, di vita agricola, di mercatura
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IL CATTIVO GOVERNO

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Il malgoverno e i suo effetti in città 

Purtroppo questi affreschi sono meno conservati ma abbastanza leggibili. 
Le persone chiuse in casa, per strada solo soldati e l'unica bottega visibile è quella di un armaiolo.

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Anche nella campagna si vedono dei soldati, abbandonati gli scambi e i lavori nei campi.
Il paesaggio dà una sensazione di abbandono.
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LA MAESTA' DI SIMONE MARTINI


La Sala del Consiglio con l'affresco del Martini

L'affresco, dipinto nel 1312/1315, poi ritoccato nel 1321, è la prima opera datata di Simone Martini.  
Si tratta di un'opera di un pittore sicuramente già maturo e affermato, forse solo per il prestigio di una commissione pubblica così importante.
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Il grande affresco (970x763 cm) è una sorta di omaggio alla Maestà del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna, dalla quale riprende l'impostazione (Maria e il Bambino al centro seduti su un trono, teoria simmetrica di santi ai due lati con in primo piano i protettori della città), l'uso di una fonte di luce unica per la resa dei chiaroscuri, l'uso di una prospettiva diretta piuttosto che inversa, e l'angolazione variabile con cui sono rappresentati i personaggi (da frontali ad altamente profilati), caratteristiche quest'ultime che Duccio stesso aveva ripreso da Giotto. Anche il realismo figurativo e persino le fisionomie di molti santi rimandano all'opera di Duccio.
(da wikipedia)
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LA CAPPELLA ALL'INTERNO DEL PALAZZO





La Cappella, edificata con gusto gotico sottolineato dalle volte a crociera, doveva rispondere alle esigenze religiose della accresciuta popolazione che dimorava più o meno stabilmente all' interno del Comune.
Della sua decorazione fu incaricato Taddeo di Bartolo, uno degli artisti più validi che poteva in qualche modo risollevare la qualità della pittura cittadina, dopo il grave periodo di stasi susseguito alla epidemia di peste del 1348 che, oltre a decimare la popolazione, aveva ridimensionato fortemente la committenza e quindi anche congelato il lavoro degli artisti. Taddeo realizzò nella Cappella cinque storie mariane, dall'Annunciazione, posta sopra l'altare, alle quattro grandi scene poste sulla parete sinistra che raffigurano:  Il Congedo degli Apostoli, La morte della Vergine, I funerali della Vergine, L'Assunzione.
L'impianto tardo giottesco della composizione non ne sminuisce il carattere monumentale e la cura della scelta scenografica.



Funerali della Vergine
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Assunzione
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Ma la particolarità della Cappella di Palazzo Pubblico risiede più che altro nella conservazione dell' arredo originale che continua a conferirle un aspetto autenticamente gotico, soprattutto grazie al bellissimo Coro ligneo, scolpito e intarsiato finemente da Domenico di Niccolò, tra il 1415 e il 1428, che rappresenta, in ciascuno dei 21 sedili, i vari articoli del Credo. Domenico trasse una grande fama da questa impresa, tanto che dopo averla compiuta venne soprannominato dei cori.


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(testi e foto dal web)